Ansiosi, stanchi, stressati, con un rendimento scolastico discontinuo, un rapporto poco sano con il cibo e un uso smodato degli smartphone. Sono i ragazzi di oggi che faticano a trovare il loro spazio nel mondo e la giusta dimensione in cui esprimersi, intrappolati come sono nelle maglie di una rete che veicola modelli di bellezza irrealistici, immagini violente, sfide online pericolose e commenti feroci che spesso sfociano nel cyberbullismo. Secondo l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, in Italia sei studenti su dieci vorrebbero un adulto con cui confrontarsi in forma anonima su malesseri e insicurezze, ma faticano a trovare interlocutori. A pesare sono le difficoltà relazionali riscontrate tra i giovani — il 26% dichiara di sentirsi a disagio nella relazione in presenza e il 7% vorrebbe relazionarsi solo online con amici e compagni di scuola —, ma anche la mancanza di personale psicologico adeguatamente formato. Con questa consapevolezza e nello sforzo di contrastare il disagio giovanili diventato, ormai, un'emergenza strutturale, la regione Calabria ha deciso di introdurre lo psicologo obbligatorio nelle scuole.

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La Calabria dice sì allo psicologo in tutte le scuole medie e superiori

Il progetto pilota su scala nazionale, promosso e finanziando della Regione Calabria con il coinvolgimento dell'Ufficio scolastico regionale, dell'Ordine degli psicologi Calabria e delle Aziende sanitarie provinciali, si chiama "Discutiamone insieme – lo psicologo scolastico" e prevede che da settembre 2025, in tutte le istituzioni scolastiche di primo e secondo grado della regione, venga inserito lo sportello psicologico una o più volte a settimana. Uno spazio di ascolto prezioso per promuovere il benessere dei giovani e prevenire il disagio, "al fine di creare un ambiente educativo positivo e inclusivo", come si legge sul sito della regione. Si tratta di "un presidio fondamentale per prevenire e contrastare il disagio adolescenziale che pregiudica lo sviluppo dell'autostima, della fiducia in se stessi compromettendo i rapporti interpersonali e minando la loro serenità".

"Dal prossimo anno scolastico ci sarà in ogni scuola media e in ogni scuola superiore della Calabria un psicologo. Un progetto sul quale lavoriamo da tre anni e su cui abbiamo investito 9 milioni di fondi europei", spiega Mario Occhiuto, presidente della regione Calabria. "Molti giovani soffrono, non sanno con chi parlare. Noi così vogliamo aiutare loro, vogliamo aiutare le loro famiglie e i docenti. Siamo la prima regione a farlo con un progetto così strutturato. Io mi auguro che lo facciano anche tutte le altre regioni perché ce n'è necessità. Bisogna fare un grande lavoro culturale affinché il disagio mentale non sia vissuto come uno stigma ma come un malessere che si può e si deve curare. Mi auguro che tutte le regioni seguano il nostro esempio". Poi l'appello ai giovani: "Noi mettiamo a disposizione di tutte le scuole lo psicologo, voi però andate a parlarci perché la mente umana è come qualsiasi altro organo, ha bisogno di cura. Non bisogna vergognarsi". L'impegno del presidente della regione nasce anche dalla storia personale del nipote Francesco Occhiuto, figlio del fratello Mario Occhiuto, senatore di Forza Italia. Dottorando in Psicologia all'Università di Parma, pochi mesi fa il ragazzo si è tolto la vita a soli trent'anni, gettandosi dalla finestra dell'ottavo piano dell'appartamento di Cosenza in cui si trovava con il padre. Una tragedia che ha lasciato un segno profondo anche nel presidente della regione Calabria, che ha profuso energie per portare avanti il progetto degli psicologi negli istituti scolastici.

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Il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto.

L'iniziativa, che prevede l'assunzione di 43 professionisti chiamati a coprire le 285 scuole sparse per tutta la regione, prevede una serie di sportelli d'ascolto per studenti, ma anche supporto a famiglie e docenti, accanto a un lavoro di orientamento e prevenzione a supporto delle fragilità. Perché, come sottolinea l'assessora alle Politiche sociali della regione Calabria Caterina Capponi, "una scuola che si prende cura delle emozioni è una scuola che forma non solo menti brillanti, ma persone forti, capaci di affrontare il mondo con coraggio e speranza".