Ho partecipato domenica scorsa alla manifestazione per l’Europa chiamata da Michele Serra in piazza del Popolo. Piazza bella, pacifica, vigorosa. Zero bandiere di partito - ragione evidente del suo successo - tante bandiere blu dell’Europa, gialloblu dell’Ucraina, arcobaleno della pace. Eravamo in cinquantamila divisi su tanto - dalla necessità e il tipo di riarmo fino allo sbocco della guerra - ma uniti su questo: gli Stati Uniti d’Europa. Soltanto una grande federazione di stati può resistere all’enorme pressione dei nuovi imperi tecno-nucleari, dittature o autocrazie, che vorrebbero spartirsi il mondo e ridurre l’Europa a colonia di consumatori.
Mentre riflettevo su quanto forte e ormai radicato fosse questo sentimento unitario in piazza del Popolo, mi sono però accorto che in quella folla mancavano i giovani. Già, nella piazza nata per opporsi al neo-imperialismo trumpiano, ai nazi-deliri di Elon Musk e alle minacce di Putin, i ragazzi erano troppo pochi. C’eravamo noi a ricordare i progetti Erasmus, i viaggi Interrail, citare Spinelli a Ventotene e la costituzione più bella del mondo.
E loro? I giovani sono rimasti a casa. Qualcuno dirà: non sono più abituati ad andare in piazza, preferiscono TikTok. Non è così. Manifestano eccome, basti pensare alle piazze su Gaza o a quelle sulla scuola e sulla casa. Semplicemente, i giovani italiani non credono che la democrazia sia in pericolo. Nati dopo la caduta del Muro di Berlino, vero spartiacque della storia moderna, considerano ciò che abbiamo oggi scontato. Dunque, l’Europa libera e unita non è per loro una conquista, ma un’entità politica stabile e noiosa, un ingarbugliato intreccio di istituzioni, burocrazie e regolamenti immutabile ma soprattutto incapace di produrre emozioni.
Naturalmente chi governa l’Ue ha fatto ben poco per smentire questa visione, dunque oggi per i nostri figli Bruxelles non è un simbolo tantomeno Vilnius un confine per cui morire. Ecco, domenica in piazza del Popolo questo mancava: la giovinezza. E, con essa, il senso di urgenza per la nostra democrazia mai così minacciata. Da fuori e dentro i nostri confini.