Si chiama Augusta Montaruli ed è membro della Camera dei deputati per Fratelli d’Italia, il partito della Presidente del Consiglio (certe cose serve ogni tanto ricordarle). Ha 41 anni e nessun particolare successo politico o professionale da esibire. Tuttavia è stata sottosegretario all’Università e Ricerca fino alle dimissioni provocate da una condanna a un anno e mezzo di reclusione per peculato confermata in Cassazione. L’onorevole Montaruli, infatti, da consigliera regionale del Piemonte ha gonfiato di 25 mila euro i rimborsi pubblici per coprire spese personali: cene, abiti di lusso, gioielli, borse, corsi sull’uso dei social network e libri come “Mia suocera beve”, “Sexploration” e “Giochi proibiti per coppie”.
Questo il soggetto del quale stiamo scrivendo. Ora, l’onorevole Montaruli, vistasi ricordare in tv la condanna dall’onorevole Furfaro del Pd, ha deciso di rispondere abbaiando ininterrottamente per circa sessanta secondi. Il bau bau era peraltro corredato, davanti all’allibita conduttrice di Tagadà (La7) Tiziana Panella, da una gestualità che mimava con la mano la bocca di un cane.
Ora, al di là dello sconcerto misto a commiserazione, sorgono delle domande. Possibile che un partito che si definisce legalitario come Fdi abbia candidato per ben due volte in Parlamento una che già nel 2018, anno della sua prima elezione alla Camera, aveva una condanna in Appello per peculato a un anno e sette mesi? E che addirittura l’abbia promossa al suo secondo mandato nell’empireo del governo dell’Università? Ve la immaginate la pregiudicata Montaruli presenziare a un’assemblea di rettori, disquisire di neutrini al Cern, interloquire con la Normale di Pisa? Dice adesso lei, per giustificare gli ululati televisivi, che ha reagito perché “una condanna non può essere a vita”. Tranquilla: casomai qualcuno si fosse scordato il peculato, l’ultima sua cagnara resterà per sempre.