Torna a splendere il sole sulle popolazioni indigene del Brasile. Dopo anni di incertezze, la Corte Suprema ha riconosciuto l'incostituzionalità di una legge che minacciava di sottrarre le terre dei nativi a favore dei grandi latifondisti. Erano anni che si parlava del cosiddetto 'Marco temporal' (limite temporale), un provvedimento che, se fosse passato, avrebbe negato il diritto di istituire riserve protette a tutti coloro che non fossero stati presenti su quei territori prima dell'entrata in vigore della Costituzione federale, il 5 ottobre 1988. Alla fine però, con il punteggio finale di 9-2, i giudici hanno deciso che la lobby degli agricoltori delle grandi piantagioni non espanderà ulteriormente la propria area di influenza su quello che viene considerato il polmone verde del Pianeta.

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Andressa Anholete//Getty Images
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva e il capo della tribù Kayapo Raoni Metuktire.

Un nuovo segno dei tempi ora che Luiz Inacio Lula da Silva è al governo, dopo l'elezione di Joenia Wapichana, prima deputata indigena donna nella storia del Brasile, e che Jair Bolsonaro è stato dichiarato ineleggibile alle presidenziali del 2026. Oltre che un'ottima notizia per le 305 tribù del Brasile per un totale di 900mila persone, circa lo 0,4% della popolazione del Paese, che rischiano ogni anno di essere derubati o addirittura uccisi dalla polizia che localmente viene assoldata come "sicurezza privata" dai latifondisti. Solo nell'ultimo anno sono stati commessi 197 omicidi di indigeni, di cui solo 17 colposi, mentre le autorità hanno registrato 309 segnalazioni di “invasioni di possedimenti, sfruttamento illegale delle risorse e danni alla proprietà” in 218 aree indigene, secondo la onlus Survival International.

Il voto della Corte scongiura l'approvazione di una norma che avrebbe ulteriormente minacciato i diritti dei nativi, come più volte ricordato da Woie Kriri Patte, del popolo indigeno Xokleng: "È una pistola puntata alle nostre tempie. Se approvato, sparerà. Sarà lo sterminio dei popoli indigeni, lo sterminio dei nostri territori. Il Marco Temporal viene da quelle stesse persone che commettono genocidi… Noi non accettiamo il Marco Temporal". "Come si può vedere dallo stesso testo costituzionale, i diritti territoriali indigeni sono riconosciuti dalla Costituzione, ma preesistono alla promulgazione della Costituzione stessa" ha dichiarato il giudice Edson Fachin, contrario alla proposta del Marco Temporal, solo una delle tante politiche anti-indigene contenute nella bozza del progetto di legge PL490 (ora al Senato come PL2903).

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"Per noi è un momento importante di lotta e di festa" ha commentato Aty Guasu, l'Assemblea dei Guarani Kaiowá. "Stiamo piangendo di gioia. Oggi canteremo il canto della vita e danzeremo la danza della gioia. La Corte Suprema Federale sta dimostrando di avere a cuore le nostre vite e di essere contro il genocidio. Sta ascoltando il grido dei popoli indigeni del Brasile. Ora continuiamo la nostra lotta per la demarcazione delle nostre terre, saldi e forti come sempre". "È una vittoria storica, cruciale per i popoli indigeni del Brasile e una grande sconfitta per la lobby dell’agrobusiness” ha dichiarato Fiona Watson, Direttrice del dipartimento Advocacy di Survival. “Il Marco Temporal era uno stratagemma pensato per legalizzare il furto di milioni di ettari di terra indigena. Se fosse stato approvato, decine di popoli ne sarebbero usciti devastati – come migliaia di Guarani e i Kawahiva incontattati". Una grande pagina di storia per il Brasile, che dimostra come i diritti delle popolazioni indigeni non siano negoziabili. Almeno per il momento.

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