"La possibilità di accedere al mare è un diritto umano inalienabile", ha dichiarato Vassilis Kikilias, ministro del turismo greco, eppure questo diritto non vale per tutti. Ci sono corpi "da spiaggia" e corpi che non lo sono, almeno secondo la nostra società ancora fondamentalmente abilista. Tutti dovrebbero poter godere della spiaggia e del mare in estate, a prescindere dal peso, dall'aspetto del loro corpo e soprattutto, della propria abilità. Quanto spesso vi è capitato, però, di vedere una spiaggia interamente attrezzata per persone con disabilità? La Grecia ha deciso che dovrebbe essere la normalità, lo standard e sta implementato un programma per rendere centinaia di spiagge accessibili alle persone con mobilità ridotta.

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Foto di Jakob Owens su Unsplash


Parlando in una conferenza stampa, il ministro ha annunciato che un totale di 287 nuove spiagge introdurranno servizi essenziali come parcheggi, bagni, spogliatoi, rampe e corridoi per persone che ne hanno bisogno per poter accedere a spiaggia e mare. Secondo il ministero del turismo, rendere la spiaggia accessibile a una popolazione diversificata fornirà anche una spinta all'economia locale e attirerà persone con disabilità ma anche anziani, persone con lesioni temporanee e donne incinte. Lo scopo è chiaro, come si evince dal sito web dell'iniziativa: trasformare la Grecia nella destinazione turistica accessibile e inclusiva per eccellenza.

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ARIS MESSINIS//Getty Images
Una delle prime spiagge ad Atene a diventare completamente accessibile

Per riuscire nell'intento, la Grecia punta su Seatrac, un servizio gratuito che offre un accesso non assistito in autonomia alle spiagge e al mare per le persone con disabilità o mobilità ridotta. Si tratta di un "assistente tecnologico" alimentato a energia solare: è una rampa meccanica che consente l’accesso al mare tramite un binario fisso in cui una sedia mobile viene trasportata dentro e fuori dall’acqua. In Italia, dove nel 2019 si contavano più di 600 spiagge considerata accessibili, Seatrac è, in realtà, presente solo a La Maddalena e a Palau, in Sardegna, a Bari nella spiaggia di Torre Quetta e a Catanzaro. Ancora decisamente troppo poco: l'inclusione andrebbe coltivata, come un valore per l'intera società.

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