Quanto siamo inconsciamente legati a certi tabù legati alla nudità dei corpi è qualcosa di cui talvolta ci rendiamo di botto conto, in modo inaspettato, e buffo, nel corso di una giornata qualunque, eppure rivelatrice. Non mi considero una persona bigotta, eppure, quando quest'anno nuotando verso un'insenatura di una spiaggia libera di Naxos, ho incontrato un gruppo di naturisti, ho fatto all'istante dietrofront. Accelerando pure le bracciate e con un lieve affanno. Volevo venire via di lì perché non ero a mio agio, non volevo venire via di lì (come mi sono mezza raccontata) perché loro sarebbero stati messi a disagio dal mio costume intero. M'è spiaciuto. Anche perché la me ventenne prendeva il sole in topless senza problemi, anche perché sono contraria a censurare la nudità nel contesto famigliare. Nonostante ciò, nonostante gli auto proclami di una me aperta e progressista, quei corpi nudi di estranei m'hanno presa in contropiede. Quindi no, non sono così rilassata sull'argomento quanto credevo, e devo prenderne atto.

Tuttavia la cultura del naturismo è affascinante e ha radici lontane.

Storia e origini del naturismo

Le sue prime radici affondano nella seconda metà dell'Ottocento, mentre all’inizio del Ventesimo secolo, nell’ambito tedesco del Lebensreform (“riforma della vita”, ovvero una filosofia che sosteneva una quotidianità più vicina alla natura, tra cibo salutare, liberazione sessuale e medicina alternativa, quasi un’antesignana del movimento hippie) si diffuse la Nacktkultur (“cultura del corpo nudo”), poi ribattezzata Freikörperkultur (“cultura del corpo libero”), oggi nota con l’acronimo FKK. L’FKK – nome che oggi denota le spiagge naturiste – fu in un primo momento bandita dal partito nazista, che però finì per accettarla e addirittura aderirvi, con la sua esaltazione dell’atletico corpo ariano e i suoi richiami al folklore connesso alla natura. Parallelamente, il fenomeno arrivò anche in Inghilterra e in America, dove si sviluppò a partire dagli anni Venti, con sostenitori del vegetarianesimo, dell’escursionismo e dello yoga. Negli anni Sessanta e Settanta, in Europa durante la guerra fredda il naturismo era diffuso soprattutto nella DDR e nell’area balcanica. Nella Germania dell’Est, infatti, il naturismo fiorì e si diffuse come via d’uscita, innocua e quindi tollerata dal regime comunista, dal rigido inquadramento dello Stato. Lo stesso fu per la Jugoslavia, dove contribuì a differenziare il comunismo locale dal modello sovietico. Se siete stati a Berlino (ma l'ho visto fare anche nella più conservatrice Monaco) avrete senz'altro notato come nei suoi immensi parchi coppie, singole persone, famiglie e gruppi di amici prendano tranquillamente il sole senza abiti addosso. E la spiaggia nudista più cool della Germania è Hiddensee (www.hiddensee.de) su Baltico. Meta favorita di Inge Feltrinelli, negli anni Trenta fu il ritrovo dell'intellighenzia berlinese.L ’ex presidente del partito tedesco Die Linke, Gregor Gysi sostiene che rendersi conto di essere circondati di persone nude di ogni forma ed età, prive di imbarazzo può essere liberatorio rispetto alle insicurezze che gravitano intorno al corpo e che con fatica i movimenti body positive stanno cercando di smantellare.

Il nudismo oggi: una strada per l'inclusività


Oggi praticarlo può aiutarci a recuperare un rapporto più libero e spontaneo con il nostro corpo, ma anche a normalizzare la diversità e a costruire relazioni più eque, perché, il nudismo è sinonimo di fiducia in se stessi e allontanamento dai vincoli sociali. Già, perché il proclamo dei social come Instagram e TikTok di mostrare sempre più (a differenza di quanto fanno e facevano le riviste patinate) corpi differenti, la cesoia della censura e sempre lì, pronta ad affondare soprattutto sul sesso femminile. Sembra, inoltre, che la censura social tenda a "prendere di mira" i corpi non conformi, le influencer curvy e tutte quelle foto che mostrano "una maggiore superficie di pelle nuda". "Le persone plus size sono più grandi, quindi c'è più pelle in mostra, ma non è che per questo il nostro è un metterci in mostra in maniera più sensuale, o sessuale", aveva infatti spiegato a questo proposito la TikToker Nikki Garza. Lo stesso vale per Instagram: Ogni giorno su Instagram si possono trovare milioni di foto di donne bianche molto nude e magre, meno censurate di altre, purché, ed è questa la grande legge scolpita nella pietra, non ci siano capezzoli in vista. Se accade, sei bannata. Anche se, per dire, stai allattando tuo figlio. E ovviamente i petti nudi dei maschi invadono i nostri feed, che ci piaccia oppure no. Insomma, la nudità è ancora un gran casino. E forse l'idea che tentare un approccio graduale, se si è dei novellini, al naturismo, possa aiutarci più concretamente a liberarci da vecchi retaggi. Non vi sono studi scientifici a conferma di questa teoria, ma numerosi psicologi la avvalorano caldamente.

Per Jesús Paños, psicologo infantile intervistato un paio di anni fa da El Pais “la pubblicità e la moda promuovono modelli di bellezza ideali che non corrispondono al corpo della maggior parte dei ragazzi e delle ragazze e il naturismo può aiutare a migliorare la nostra immagine corporea. Inoltre, un eccessivo culto del corpo può distorcere la nostra capacità di relazionarci in modo sano con gli altri e con noi stessi. Per contrastare questo effetto è indispensabile il lavoro educativo, che spesso non si svolge né a scuola né a casa, poiché molti genitori non sono preparati e trasmettono inavvertitamente gli stessi tabù che i loro genitori hanno instillato loro. Il risultato è che i ragazzi acquisiscono la loro conoscenza del corpo umano e della sessualità attraverso, per esempio, video pornografici che condividono sui loro cellulari. Su questo s'è espressa di recente anche Billie Eilish, che in un'intervista con Howard Stern sull'emittente SiriusXM ha parlato del suo rapporto con la pornografia e di come l'esposizione precoce ad essa l'abbia lasciata "devastata". Come ha riportato lo scorso dicembre la BBC, molte associazioni tra cui l'Unicef stanno studiando l'impatto che l'esposizione ad una pornografia stereotipizzata può avere sui più giovani. Dalla misoginia alla violenza, fino all'ansia da prestazione, questi e altri disturbi possono sorgere senza una visione consapevole del materiale pornografico e dei corpi veri delle persone reali. Così può succedere che i più giovani colleghino il sesso con il dominio e la nudità con la sessualità. Conoscono il nudo legato solo al sesso. Un minore che guarda solo nudità commerciale cresce con incomprensioni e fantasiose aspettative sul corpo basate su stereotipi.

“I ragazzi a cui non è impedito di vedere la nudità - sostiene Jesús Paños - hanno molta più autostima per quanto riguarda i loro corpi. Coloro che hanno visto i loro genitori nudi si sentono più a loro agio con il contatto fisico e l'affetto e mostrano maggiore accettazione e conforto con il loro corpo e la sessualità. Un atteggiamento estrapolabile ad altre situazioni quotidiane: perché il minore accetti l'assenza di vestiti come una cosa normale, è importante che osservi un atteggiamento aperto e tollerante da parte dei genitori. Se copri gli occhi ai tuoi figli di fronte ad un corpo nudo, è probabile che creerai un problema per quanto riguarda la nudità".

Ismael Rodrigo, presidente della Federazione naturista spagnola e consigliere della Fondazione internazionale per i diritti umani, aggiunge che “privare i bambini della vista della nudità naturale trasmette loro un'ideologia disastrosa: che ci sono parti del corpo umano che sono cattive, che dovrebbero essere nascoste, anche se i genitori non se ne rendono conto". Ma aggiunge anche che "sebbene il naturismo contribuisca a una migliore educazione sessuale dei bambini, non è l'unico modo. Se una madre o un padre non si sentono a proprio agio a essere nudi di fronte ai propri figli, non devono costringersi a farlo. Possono anche semplicemente agire attraverso una comunicazione fluida e serena sulla sessualità, che può essere favorita in molti modi, rispondendo alle loro domande, parlando loro delle diverse parti del corpo e della loro diversità, favorendo atteggiamenti di tolleranza e rispetto".

In ogni caso, credo, è fondamentale separare le idee di nudità e sessualità, concetti che non devono essere associati e la cui errata identificazione è proprio la radice di molti problemi. Assegnare a tutta la nudità un'intrinseca carica sessuale è un errore se non una manipolazione. La varietà di corpi che si vede in un centro vacanze naturista contribuisce in modo molto positivo alla non comparsa di problemi come l'anoressia o la bulimia, conseguenze della mancata accettazione del proprio corpo”. L'idea è anche letteralmente trasmessa dai genitori. È comune sentire la frase "porco, vestiti", diretta da un padre o da una madre verso il figlio che vaga con calma e senza problemi con la sua nudità. La normalizzazione della nudità forse non neutralizzerà del tutto la pressione dei gruppi di amici e compagni di classe, ma potrebbe in effetti aiutare i ragazzi ad essere meno ossessionati, pruriginosi, aggressivi su questo tema. Vedere il naturale come naturale, insomma, è meglio che vedere il naturale come sessuale. E l’atteggiamento non giudicante del naturismo verso il corpo ci potrebbe insegnare a essere più inclusivi, ma realmente, non virtualmente.