Secondo una indagine della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, sui dati tratti dalle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero, nei primi nove mesi del 2021, in Italia, 1 milione e 81 mila lavoratori hanno deciso di cessare volontariamente il rapporto di lavoro pur non avendo alcun “paracadute”. Questo fenomeno, che rispetto al 2019 è aumentato del 14%, riguarda soprattutto laureati, professionisti specializzati e individui over 50.

Grandi dimissioni in Italia, le motivazioni

Sicuramente gli anni di pandemia hanno offerto uno spunto di riflessione sul significato di vita e di lavoro, tanto da indurre molte persone a lasciare la propria occupazione per cercarne una maggiormente stimolante e in linea con le aspettative future, che non obbligasse a compromessi. Anche le relazioni con i colleghi, il clima aziendale, l’adeguamento dello stipendio o la possibilità di accedere allo smart working sono fattori che hanno inciso sulla scelta. Motivazioni diverse, che si spingono oltre l’ambito professionale e che toccano la sfera privata, la qualità della vita. Il fil rouge? Il desiderio di cambiare, di mettersi alla prova con una nuova professione, magari non più da “dipendente”. A questo punto una persona deve reinventarsi, diventare imprenditore di se stesso e attirare lavoro e business.

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Nei primi nove mesi del 2021, in Italia, 1 milione e 81 mila lavoratori hanno deciso di cessare volontariamente il rapporto di lavoro pur non avendo alcun “paracadute”.


Dimissioni e personal branding

“Quando si vuole creare un business, la tendenza attuale è di pubblicizzare non solo il brand, ma anche l’imprenditore. Da qui nasce il personal branding, che consiste nella costruzione di un brand forte, ma in linea con i valori dell’imprenditore, promuovendo sempre il meglio si noi stessi. Il personal branding permette di mettere in luce capacità, esperienze, peculiarità in modo da spingere una persona a scegliere il nostro servizio rispetto a un altro”, spiega Davide Caiazzo, autore del volume I segreti del Personal Branding, edito da Gribaudo.

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Personal branding, le basi

“Costruire un personal brand solido e duraturo nel tempo richiede, prima di tutto, onestà. Non possiamo mostrarci agli altri per quello che non siamo perché in questo modo inganneremmo non solo la comunità, ma anche noi stessi rischiando di rovinarci la reputazione. Anche essere credibili è fondamentale per costruire un personal brand duraturo. Se chi ci sta intorno capisce che non siamo affidabili, il nostro marchio ne risentirà. Dobbiamo tenere a mente che se per costruirlo ci vuole una vita, per rovinarlo bastano pochi secondi! Infine serve empatia, parola ultimamente abusata, ma in questo caso necessaria. Saper comunicare e riuscire ad aiutare gli altri diventa essenziale. Parlare solo ed esclusivamente del nostro brand dà l’impressione che non siamo interessati agli altri, ma solo a noi stessi. Questo ci farà sembrare inaccessibili”, prosegue Caiazzo.

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Costruire un personal brand solido e duraturo nel tempo richiede, prima di tutto, onestà, quindi credibilità ed empatia.

La comunicazione digitale

Ogni giorno comunichiamo agli altri qualcosa di noi. Google non è più solo un motore di ricerca, ma un vero manager della reputazione dove cercare e trovare informazioni che ci restituiscono un quadro veritiero o, quantomeno, che ci mostra come gli altri ci vedono. Ogni piattaforma social può creare un forte engagement, sempre che sia sfruttata in modo strategico. Il primo passo da compiere è individuare il social più adatto alle esigenze del nostro brand per renderlo visibile. Per ogni social si adotta un linguaggio particolare e diverso. Su Linkedln, canale che crea connessione tra professionisti, è importante utilizzare i 120 caratteri della presentazione per impressionare i potenziali clienti. Questo può fare la differenza. Le prime righe devono essere accattivanti, mai banali, perché sono quelle che stimoleranno o meno la lettura successiva. Inoltre, è fondamentale inserire le parole chiave con cui vogliamo essere identificati e trovati. Instagram, invece, è una piattaforma focalizzata sulla comunicazione visiva. Il suo formato è più casual e creativo. È un canale che facilita la creazione dell’immagine. Attraverso un profilo IG è possibile condividere prodotti tramite pubblicazioni multimediali”, afferma Caiazzo.

Personal branding e networking

Fare networking è fondamentale, e Linkedln è nato per questo in quanto spazio ideale per moltiplicare i propri contatti in un contesto qualificato, con la possibilità di interagire con ogni utente pubblicando e condividendo i migliori contenuti. La costruzione del personal brand avviene però anche, e soprattutto, offline. Scoprire quali sono le occasioni di incontro più significative nel nostro settore, quindi parteciparvi, diventa essenziale. In questo modo possiamo dimostrare il nostro valore professionale e umano. Un’opportunità da non sottovalutare, un’occasione da non perdere!” conclude Caiazzo.