Oggi è la Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. È stata ideata nel 2004 dall’attivista martinicano Louis-George Tin nel giorno in cui, nel 1990, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che l’omosessualità venisse definitivamente eliminata dalla classificazione dei disturbi mentali. Poi negli anni, è stata promossa dalle Nazioni Unite e ufficialmente riconosciuta anche dall'Unione Europea nel 2007. In Italia, però, continua a essere considerata in qualche modo "divisiva" nonostante la situazione, quanto a diritti LGBT+, non sia affatto buona.

giornata contro l'omotransfobia 2022 il punto sui diritti in italiapinterest
Simona Granati - Corbis//Getty Images
Una manifestazione contro l’omotransfobia a Roma

All'interno del ddl Zan, uno degli articoli più dibattuti era proprio quello dedicato alla Giornata contro l'omotransfobia a cui i partiti di destra italiani continuano a opporsi. I conservatori, in particolare, non vogliono che si parli di rispetto per la diversità a scuola e, infatti, proprio in questi giorni ne è nata una nuova polemica. In occasione del 17 maggio il ministero dell'Istruzione ha inviato a tutte le scuole italiane una circolare che invita a "creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali". È bastato questo, a Lega e Fratelli d'Italia, per parlare di "ideologia gender nelle scuole" e chiedere al ministro Bianchi il ritiro della circolare. Eppure, secondo UNESCO e Amnesty International, parlare di inclusività e rispetto della pluralità ai ragazzi aiuterebbe a diminuire gli episodi di bullismo e ad aumentare l'accettazione di sé e dell'altro.

giornata contro l'omotransfobia 2022 il punto sui diritti in italiapinterest
Simona Granati - Corbis//Getty Images
Una ragazza alla manifestazione contro l’omotransfobia a Roma

Forse aiuterebbe anche ad aumentare la sensibilità verso i diritti dato che l'Italia è ancora molto indietro dal punto di vista della tutela della comunità LGBT+ dalla discriminazione. Di recente è stato pubblicato il report Rainbow Europe di Ilga che fa il punto sulla situazione in 49 Paesi. L’Italia è al trentatreesimo posto con un punteggio, su diversi parametri, che si attesta al 24,76%. Prima di lei ci sono Paesi come l’Ungheria, la Macedonia del Nord e la Repubblica Ceca, mentre Stati come Francia, Spagna, Regno Unito o Germania superano il 50%. Inoltre, se si seleziona come criterio di valutazione la tutela della comunità LGBT+ da violenza e odio, si vede che l'Italia è esattamente allo 0%, proprio come Russia, Turchia e Polonia, tutti Paesi dove i diritti civili sono a rischio. Questo è perché nel nostro Paese manca ancora una legge che tuteli dall'omotransfobia ora che il ddl Zan è stato affossato. Così, secondo l'Istat, una persona LGBT+ su 3 dichiara di aver subito discriminazioni sul lavoro, una su 5 di aver subito delle vere e proprie aggressioni in contesti lavorativi e il 68,2% teme di subire violenze se si scambia effusioni in pubblico con il proprio partner. L'Italia continua a non essere un Paese per persone LGBT+ ed è bene ricordarlo, oggi e finché l'odio basato su identità di genere e orientamento sessuale non verrà condannato e punito esplicitamente. Quanto ancora dovremo aspettare?

GLI ESSENZIALI
dock & bay telo mare asciugatura rapida, senza sabbia
courtesy photo
anker 621 power bank ricarica rapida con connettore lightning integrato
courtesy photo
mediterraneo. the passenger. per esploratori del mondo
courtesy photo