Ieri stavo ascoltando il podcast di una scrittrice e comedian americana estremamente spassosa e sagace, che raccontava come, trascorrendo qualche ora in una casa incredibile sulle colline di una LA (che si sta pian piano riprendendo da un lockdown pesantissimo), si fosse resa d'un tratto conto che quella "view" pazzesca su tutta la città, era pazzesca proprio per il fatto che dominasse su "una spianata di case di m....a, case dei poveri". "Senza quelle case brutte non ci sarebbe stata alcuna view, non ci sarebbe stato quel senso di potere, di glamour". Ecco, il brivido del lusso, e certo non diciamo nulla di nuovo, sta proprio nella consapevolezza di avere e di poter fare cose che la stragrande maggioranza delle persone non si possono nemmeno sognare. E la pandemia certo non ha azzerato questa regola, anzi, e non c'è affatto piaciuto quando le celebrities, dalle loro ville con views, ci hanno voluto far credere che fossimo tutt* sulla stessa barca. Meglio, mille volte meglio, dire le cose come stanno, e cioè che i ricchi hanno attraversato il lockdown pieni di agi meravigliosi e vivranno il post lockdown con altrettanti privilegi, isole esotiche private dove trascorrere le vacanze incluse. Questo, per altro prevedibile, fenomeno, lo ha raccontato molto bene il New York Times, che ha coniato la definizione di "pandemic luxury" non solo, tuttavia, per indicare la maggiore morbidezza con cui i ricchi hanno vissuto le restrizioni, ma soprattutto per analizzare come intorno a questa ricerca dei piaceri, pure in quarantena, sia cresciuto un mercato prolifico, fatto di prezzi stellari in cambio di servizi esclusivissimi.
Pensate a qualcosa, a qualunque cosa vi sia mancata in lockdown. L'estetista e la parrucchiera? L'allenamento? Un viaggetto? Il cinema? Qualcuno che vi tenesse i figli e magari facesse fare loro i dannati compiti o che li intrattenesse con attività stimolanti? Ebbene, tutte queste cose non sono mancate a lungo, nelle vite dei milionari, perché il lusso da pandemia ha significato rendere tutto, ma davvero tutto, possibile e soprattutto sicuro. E così, mentre centri estetici si sono attrezzati per portare manicure, ceretta, trattamenti viso, massaggi e quant'altro a casa delle clienti, a costi davvero robusti (si parla di 125$ per una pedicure a domicilio a New York), altre realtà hanno ragionato su come riportare l'intrattenimento nelle vite delle persone (abbienti). Non si può andare al cinema? Beh, lo si può sempre affittare da puoi affittare per circa 400 dollari, per andarci da soli o con i propri congiunti e il senso è sempre quello: lo faccio perché posso, e perché so che la quasi totalità delle persone se gli va bene guarda la tele, sennò lo schermo dello smartphone. La pandemia, insomma, ha dato ai clienti facoltosi un incentivo ancora più forte a trarre vantaggio dai servizi di lusso che li separano fisicamente dalle masse. "L'idea che siamo tutti insieme in questa pandemia è per certi versi giusta - ha detto su questo tema Eric Klinenberg, sociologo della New York University - ma viene rapidamente minata quando diventa lampante che mentre milioni di persone, in USA ma non solo, si sentono intrappolati in case comuni, pochi eletti hanno il loro yacht privato o un jet di lusso come via di fuga.". E poi c'è la questione dei bambini.
Si è, giustamente, tanto scritto di come questa quarantena abbiamo gravato, talvolta senza possibilità di ritorno, sulle madri lavoratrici, costrette, 3 volte su 4 più dei padri, ad accudire i figli piccoli e a seguire nelle incombenze scolastiche quelli più grandi. Ma anche questa dinamica, ovviamente, non è un assunto per quelle famiglie dove i soldi non sono un problema: lì, infatti, succede che arrivino in aiuto educatori privati a tempo pieno, che seguano i bambini in qualsiasi ambito, persino quello sportivo perché, sì, pagando, anche durante il lockdown i più ricchi hanno potuto far continuare ad allenare la propria progenie, con sessioni private da quasi 300 dollari all'ora. La richiesta di questa servizi? Aumentata del 300%. Le conseguenze di questa diversissima gestione del vuoto scolastico avrà, come potete immaginare, come conseguenza più diretta, di nuovo, l'aumento del divario sociale, perché chi avrà avuto i mezzi per permetterselo, avrà continuato ad approfondire le materie, ad andare avanti con il programma e persino a mantenersi allenato nella propria disciplina sportiva (che da queste parti, invece, s'era giusto giusto smesso di piangere prima di entrare in piscina, tanto per parlare di tasti dolenti), gli altri boh. Ed è in questo "boh" che viviamo e ci snerviamo, in Italia, consci ormai, come abbiamo scritto qui, che la scuola davvero non sia una priorità. E, davvero, non è lo yacht, o il cinema personale (ma, scusate, che tristezza è? Capirei se venisse Brad Pitt a recitarmi Tarantino a casa, ma un maxi schermo e 200 sedute vuote più che un sogno mi sembrano una cosa da sociopatici), una view mozzafiato e nemmeno (anche se un po sì) l'estetista a domicilio, a far sentire il peso dell'ingiustizia sociale, ma il privilegio all'istruzione, il doppio standard che segue in baso al conto corrente, ecco quello no, non dovrebbe poter esistere.