Incastonata tra le Alpi Apuane e il mare blu che bagna il litorale toscano, Forte dei Marmi o il Forte, come la chiamano gli habitue, racchiude nella sua geografia identitaria di viette, tende e pini marittimi tutto quello che si dovrebbe conoscere sul mito della villeggiatura italiana. C'è chi pedala per Forte dei Marmi canticchiando Sapore di sale di Gino Paoli e c'è chi mente. Impresse nella memoria visiva (e sentimentale) degli italiani cresciuti a pane e tv, ci sono infatti le immagini della pellicola del 1983 di Carlo Vanzina: una strepitosa Virna Lisi, una giovanissima Isabella Ferrari e il duo Calà-De Sica nella sua più alta espressione. Eppure, se non è sbagliato associare Forte dei Marmi all'apoteosi del concetto di villeggiatura Anni '60, è curioso scoprire che in realtà la storia di questa destinazione di mare inizia ben prima. Siamo a fine Ottocento quando moltissimi intellettuali europei (soprattutto tedeschi) si innamorano della bellezza selvaggia di questa parte della costa toscana. Negli Anni '20 iniziano a sorgere le prime ville in quello che da tutti sarà poi conosciuto come il quartiere Roma Imperiale. A dare il via alla trasformazione di questa città in meta di aristocratici e letterati, l’acquisto da parte della famiglia Agnelli di Villa Costanza, poi Agnelli appunto, dimora dal fascino autentico oggi parte dell'Augustus Hotel & Resort. Ma andiamo con ordine.

Il quartiere Roma Imperiale a Forte dei Marmi

Prima di tutto la risposta è no, non esiste alcun legame tra questo quartiere di Forte dei Marmi e la capitale d'Italia con le sue rovine. Ma allora a cosa si deve questo nome? La storia vera è molto meno poetica di quella che potremmo sperare di scoprire: si chiamava infatti Società Cooperativa Anonima Roma Imperiale, l'impresa che negli Anni '20 acquistò i terreni di questa parte della città per rivenderli a imprenditori e villeggianti che desideravano costruire ville e dimore di lusso per le proprie vacanze. Siamo nella zona sud di Forte dei Marmi, al confine con Marina di Pietrasanta, in un quadrilatero oggi circoscritto da un lato dal mare e per i tre restanti da via Nizza, via XX Settembre e via della Barbiera.

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Mondadori Portfolio//Getty Images

Sono decine e decine le ville che sorgono in quest’area, tutte diverse per stili architettonici ma accomunate dall'uso del pregiato marmo estratto sulle montagne che abbracciano questa città della Versilia. Da Villa Mann–Borghese, che ricorda la sagoma di un transatlantico e fu costruita nel 1957 da Leonardo Ricci per Elisabeth Mann, figlia del celebre scrittore tedesco Thomas Mann, fino a Villa Apuana, progettata dall’architetto Sattler per i Siemens, passando per la casa di Edgar Kurz (poi pensione Villa Elena). Pedalando (rigorosamente) per le vie che tagliano il quadrilatero del quartiere Roma Imperiale è impossibile non perdersi a fantasticare sul passato, soprattutto quando si giunge in prossimità di Villa Costanza, dimora dell’ammiraglio Morin (Costanza era il nome della moglie), venduta alla famiglia Agnelli a metà degli Anni '20.

La storia di Villa Costanza, poi Agnelli

Ad acquistare la villa neo-rinascimentale dell'ammiraglio Morin nel 1926, è Edoardo Agnelli, figlio del Senatore Giovanni, fondatore della FIAT, e padre di Gianni. Da quel preciso istante la villa diventa la destinazione prediletta della numerosa famiglia torinese: qui gli Agnelli, giovani e anziani, trascorrono lunghe estati in compagnia di amici e parenti in un via vai inarrestabile di ospiti, come racconterà la stessa Susanna Agnelli nel suo Vestivamo alla marinara.

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Sebbene siano passati quasi cent’anni da quando gli Agnelli si stabilirono a Villa Costanza, le tracce del passaggio di una delle dinastie più importanti della storia d'Italia sono evidenti fin nei più piccoli dettagli. Dalle camere con tappezzerie inglesi (l'Augustus Hotel & Resort si è impegnato per mantenere la villa esattamente come fu lasciata) fino al piccolo tavolo in giardino dove si dice i bambini del “clan” prendessero il tè delle cinque con le governanti inglesi, ogni angolo di questa idilliaca dimora racconta una storia preziosa, ménage famigliari e tradimenti (vedi alla voce Curzio Malaparte) compresi. Intatto, e ora al servizio degli ospiti dell'hotel, anche il sottopasso che dalla villa porta direttamente in spiaggia: unico nel suo genere in Versilia, conduce direttamente a quello che fu un altro pezzo di storia di Forte dei Marmi, la discoteca Bambaissa oggi parte dello stabilimento balneare dell’Augustus.

Da Villa Pesenti all'Augustus Hotel & Resort

La storia dell'Augustus Hotel & Resort inizia con una villa, Villa Pesenti. Progettata nel 1939 dall'architetto Osvaldo Borsani in stile modernista per Augusta Pesenti, fu acquistata più tardi infatti da Nino Maschietto, che partì proprio da questo edificio per costruire quella che oggi è una realtà di lusso affermata. L’Augustus Hotel & Resort nasce di fatto quindi negli Anni '50, quando Maschietto inizia mano a mano ad acquistare le case che circondavano Villa Pesenti, una serie di dimore (sette per la precisione) dal gusto eclettico che erano state realizzate da artisti e architetti di cui Augusta Pesenti si era fatta mecenate. Negli Anni '60 si aggiunge la Nave, moderna struttura immersa nella pineta caratterizzata da lunghi camminamenti terrazzati che ricordano i ponti delle navi da crociera e nel 1969 Villa Agnelli completa la proprietà.

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Oggi l'Augustus Hotel & Resort è uno degli alberghi di lusso più noti della zona: nelle sue ville hanno soggiornato personaggi come Jimi Hendrix, Oriana Fallaci, Eugenio Montale, Mario Monicelli e Vittorio Gassman, oltre a celebrities e influencer come Chiara Ferragni, che ama trascorrere i weekend in famiglia proprio all'Augustus. Iconica la piscina con le cabine a righe bianche, rosse e blu, le 75 tende attrezzate sulla spiaggia e il fu Bambaissa.

La curiosa storia del Bambaissa

Non si può parlare di Augustus e di Forte dei Marmi, senza citare il Bambaissa. Nel 1969, subito dopo l'acquisizione di Villa Agnelli da parte della famiglia Maschietto, fu proprio il figlio dell'imprenditore ad aprire quella che sarà una delle discoteche più famose degli Anni '70. In quella che era la rimessa per l'idrovolante di Edoardo Agnelli, Vittorio Maschietto (detto Titti), urbanista del gruppo di Architetti Radicali UFO, inaugurò una club house la cui storia rivive ancora oggi nel simbolo del cammello scelto proprio per i bagni dell'Augustus Hotel & Resort. Perché un cammello e soprattutto perché Bambaissa? Il nome fu scelto come omaggio a un oasi di un racconto di Walt Disney che aveva come protagonisti cammelli e grandi lanterne a forma di clessidra. L'avventura fu breve ma segnò la storia della club culture e dell'architettura italiana.

La collaborazione con Gallo

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Una passione che nasce da un rapporto di amicizia e che si trasforma in una collaborazione duratura, quella tra Gallo e l’Augustus Hotel & Resort che anche quest'anno si rinnova e celebra l'amore per la Versilia con una capsule speciale. Alla personalizzazione dello stabilimento balneare e delle camere della Nave, con i cuscini a righe che omaggiano il classico motivo di Gallo, quest'anno si aggiunge una Limited Edition (unisex) da collezione. Le iconiche righe bianche, rosse e blu delle cabine del bagno dell’Augustus Hotel & Resort conquistano le calze Gallo in morbida spugna. In vendita esclusivamente nella boutique Gallo di Forte dei Marmi in via Roma, 2F e sull'ecommerce dell’Augustus Hotel & Resort, le calze si trasformano anche in un'installazione fotografica sulla balconata della Nave.

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