L'opinione pubblica si divide: o li ami o li odi. O ne fai un uso spropositato, talvolta eccessivo, oppure li eviti come una cena di Natale organizzata dagli ex compagni del liceo. O sei uno di quelli "Ti mando un vocale, così faccio prima"; oppure la loro nemesi: "Ti prego, piuttosto chiamami, ma una nota audio proprio no". Secondo i dati riportati dal quotidiano spagnolo El Paìs, ogni giorno si inviano circa settecento milioni di messaggi vocali, in tutto il mondo. Assieme ai gruppi, sono la seconda causa di malessere proveniente dall'app di messaggistica istantanea; e pensare che quando la funzione fu lanciata da WhatsApp (nel lontano 2013), venne accolta come una vera e propria rivoluzione: "Finalmente si torna a usare la voce per comunicare", scriveva Forbes.
Dieci anni dopo, cosa possiamo dire? Affermare che i messaggi vocali siano il male sarebbe esagerato, certo è che andrebbero usati nel modo corretto, e non tutti i nostri contatti lo fanno. Meta (azienda proprietaria dell'App) ha quindi contatto Jo Bryant, esperta di buone maniere, per rispondere una volta per tutte alla domanda: Qual è il galateo dei messaggi vocali?
Non è un Podcast
La prima regola d'oro riguarda proprio la durata: un messaggio vocale non è un podcast. Secondo Bryant, la durata ideale si aggira intorno ai due minuti; dopo i tre, spiega, inizia a diventare un'agonia per l'ascoltatore. Come capire quando un messaggio più trasformarsi in audio? "Bisogna porsi questa domanda - spiega l'esperta - se è troppo lungo per essere scritto, e troppo corto per fare una chiamata, allora può diventare un ottimo vocale".
Abbassare il volume
Un messaggio vocale resta comunque una forma di comunicazione privata, ecco perché non è mai una buona idea riprodurne il contenuto a volume alto, o peggio, in viva voce. Il consiglio resta quello di ascoltare le note audio quando ci troviamo in un luogo appartato, lontano da estranei; quando tutto questo non è possibile (e, ad esempio, stiamo viaggiando sui mezzi pubblici), allora è meglio utilizzare gli auricolari.
Troppe domande
Quando un audio contiene tante domande, come si risponde? Un vocale per domanda? Questa volta l'accorgimento deve arrivare dal mittente: secondo l'esperta i messaggi vocali dovrebbero contenere il minor numero di domande possibili. Meglio non condensare troppe richieste, o quesiti, in appena due minuti.
Rispondere con un vocale
La regola afferma quanto segue: se possibile rispondere sempre con un messaggio audio. Forse non tutti saranno d'accordo, ma secondo Bryant è una forma di buona educazione, per evitare che il nostro interlocutore si ritrovi a fare un monologo solitario. Niente "ok" e "va bene" come risposta, bisogna articolare.
Registra, ascolta, correggi
Grazie alla nuova funzione WhatsApp è possibile registrare i messaggi, riascoltarli, correggerli e decidere se inviarli in un secondo momento. Jo Bryant consiglia di utilizzarla quando non siamo convinti al 100% del contenuto del nostro vocale, in questo modo si eviterà di perdere tempo.