In queste ore circola la notizia che WhatsApp sta lavorando all'inserimento di una nuova funzione che permetterà la privacy assoluta: togliere dallo status la dicitura online. Dopo la possibilità di rimuovere l'ultimo accesso e le spunte blu, il servizio di messaggistica istantanea fa un altro passo in direzione dei cari vecchi SMS. Perché diciamocelo, è lì che stiamo tornando. Ma se nel frattempo la nostra mentalità è cambiata e l'iperconnessione ci riempie di stimoli e nuove possibilità, questo cambiamento rischia di portarci dritti verso un nuovo binario morto: il ghosting.
Sembra che dopo un'indigestione di reperibilità, WhatsApp voglia fare qualche passo indietro restituendo all'utente l'autonomia della scomparsa. Se da un lato questo ci restituisce un briciolo di respiro - con buona pace delle mamme apprensive che non potranno controllare il nostro status - dall'altro rischia di amplificare una barriera comunicativa. Il ghosting non è certo una novità e, anzi, siamo abbastanza sicure che tutte ci siamo già passate almeno una volta, dalla parte del fantasma o dello spaventato.
Eppure dare la possibilità di diventare praticamente invisibili su WhatsApp ci porta in un certo senso a deresponsabilizzarci, ci dà il permesso di non affrontare le interrelazioni. "Quando un rapporto è già così fragile, fluido e intermittente, quando arriva un calo di interesse o qualcuno che piace di più, la comunicazione corretta e sincera diventa improvvisamente un lavoro che richiede troppo sforzo" spiega la psicologa Lara Franzoni. "Il ghosting accade così facilmente nelle relazioni che vivono in chat perché il telefono permette di non doversi svelare: spiegare cosa non è andato, giustificarsi, definire i propri sentimenti o la loro mancanza, esplicitare cosa si vuole e cosa no, usare le parole per dire senza ferire".
"Non visualizzare e sparire è naturalmente più immediato, perché ammettere di aver sbagliato o giustificarsi può produrre emozioni negative o gettare una luce negativa su di sé e nessuno vuole sentirsi così, soprattutto in un legame che può passare da intenso ad allentato con tale facilità" continua Franzoni, dandoci quella risposta sul comportamento dell'altra persona che, troppo spesso, abbiamo cercato di giustificare nel modo sbagliato. Così noi rimaniamo con tanti dubbi e domande aperte, senza "la chance di capire cosa non è andato nella relazione togliendoti la possibilità di dare un senso alla fine della storia, qualsiasi essa sia" conclude la psicologa. Resta da capire se WhatsApp, come tutti i media, sia neutro o complice di una (mancata) comunicazione o se il mancato allenamento ai sentimenti dipenda tutto da noi.