La sessualità femminile è un cammino che attraversa corpo, mente e relazioni che merita ascolto e trattamenti: le donne oggi si sentono più libere rispetto al passato di parlare di piacere, desiderio e orgasmo. Dalla clitoride a forma di libellula alle creme da applicare con il "topi click", la ginecologia moderna è alleata della libido. E, integrata con rimedi naturali e ascolto empatico, può restituire alle donne voce ed empowerment in tutte le stagioni della vita. Ne abbiamo parlato con Stefania Piloni, MD, specialista in ginecologia e ostetricia, docente di fitoterapia Università di Milano.

Oltre alla medicina che cura esiste anche una medicina del piacere?

Fortunatamente sì. Le donne sono sempre più interessate ad affrontare questi temi, liberandosi dai tabù che per anni le hanno frenate nel parlare per esempio del dolore provato durante un rapporto sessuale o nel chiedere aiuto. Oggi è possibile rivolgersi al medico dicendo: “Non provo abbastanza piacere”, oppure “I tempi dell’orgasmo si sono allungati”, o ancora “l’orgasmo non è più intenso e wow come prima, è più delicato, o addirittura è scomparso”. Domande legittime che meritano attenzione non solo a livello psicologico, ma anche anatomico.Infatti, il corpo ha le sue ragioni, esattamente come la mente. Nella coppia può esserci una disarmonia, ma possono verificarsi anche cambiamenti anatomici, come nella struttura della vulva. Ad esempio, il clitoride — che io chiamo “la clitoride”, perché per me è femminile — può ridursi di volume, diventare più piccolina. Questa zona, se trascurata, perde tono e sensibilità, ed è per questo che va “nutrita”. La vascolarizzazione può essere favorita attraverso terapie ormonali, come la famosa crema a base di un ormone bioidentico al testosterone vegetale. Erogata da un applicatore chiamato “topi click”, va applicata nella zona della clitoride e delle piccole labbra. Aiuta a mantenere il volume e la sensibilità dell’area, che include anche la vulva, dato che la clitoride ha una struttura simile a una libellula, con due ali che avvolgono anche la vagina. Stimolare questa zona, che è più sensibile, migliora il desiderio, l’emozione della sessualità e la sua qualità, perché quando una donna prova meno piacere, sente anche meno desiderio. Se il desiderio cala diminuisce la ricerca del partner, che a sua volta si sentirà trascurato, perché percepisce che la sessualità è diventata meno spigliata e sta perdendo le sue note più accese. Questo può generare un circolo vizioso nella relazione. Quando la donna entra in menopausa si tratta di un passaggio rapido. In poco tempo, spesso meno di due anni, il corpo femminile cambia visibilmente, e l’uomo può sentirsi disorientato. Per questo, molti si rivolgono ai medici per capire come aiutare la propria compagna. La domanda è: “Come possiamo tornare a vivere la sessualità di un tempo?” È fondamentale vivere questo cambiamento insieme, come coppia. La sessualità sta cambiando per entrambi, ma il desiderio di condividere l’intimità è ancora vivo. Basta trovare nuove modalità per divertirsi e stare bene insieme. Dopo i cinquant’anni, il capitolo della procreazione spesso si chiude, ma quello del piacere può restare aperto. La sessualità, oltre al lato procreativo, è anche gioco, desiderio e condivisione. È davvero un peccato quando si perde tutto questo. E allora sì: è un viaggio da fare insieme, con complicità, ascolto e voglia di scoprirsi ancora.

La prima visita dalla ginecologa. La ragazza viene nel suo studio da sola o accompagnata da amiche o genitori?

Di solito arriva con la mamma che però non si ferma per la visita, aiuta per l’anamnesi della figlia e poi ci lascia da sole e se non lo fa è invitata a farlo. Perché dipende cosa la paziente vuole raccontare davanti alla madre. Siamo magari di fronte a minorenne che desidera la prescrizione della pillola (non serve il consenso dei genitori, c’è il diritto alla riservatezza), o essere informata su altri metodi contraccettivi e non vuole che la mamma sappia che la sua vita sessuale è iniziata. Oppure a volte è l’occasione per parlarne. Magari la madre l’ha già capito e succede che dica, “lo immaginavo e sono contenta che tu sia qui”.

Quali sono i desideri delle donne di oggi?

Dipende dall’età. Quando hanno più di 25 anni chiedono frequentemente “fino a quando sarò fertile”? Oggi un tema molto sentito è il social freezing, la tecnica di prelievo e congelamento degli ovociti in una fase della vita in cui la loro qualità è ottimale. Spesso mi chiedono: “Ho 30 anni, non ho una relazione, non prevedo di avere figli nei prossimi 5 o 6 anni, ha senso che io metta via le uova?”. La risposta è sì, perché i trentacinque rimangono il momento di passaggio tra una buona fertilità e una fertilità che comincia a mettersi nelle retrovie. Ritengo giusto lasciare aperte tutte le porte. È una pratica discussa, che ha fatto molto innervosire gli uomini. Anche i miei colleghi ginecologi dicevano “perché fare pratiche mediche di questo tipo?”, “bisogna fare i figli all’età giusta”. Che equivale a dire che riguarda solo noi donne. Spesso però un uomo si sente pronto a diventare padre dopo i 40 anni ma spingere in avanti il tempo costringe anche la propria partner a farlo e succede che poi sia troppo tardi. Mi innervosisco sempre un po’ quando sento le statistiche di 1,2 figli per donna. E per uomo? Non si capisce perché sia tutto sulle nostre spalle. Ho tantissime pazienti che sognano di diventare mamme e non lo diventano nei tempi in cui lo vorrebbero. Le donne hanno avuto dalla contraccezione la possibilità di avere figli quando lo desiderano ma non li fanno quando vogliono. Lo fanno quando tutto il quadro della vita – lavoro, famiglia – si sistema. Altri interrogativi arrivano con il passaggio ormonale alla menopausa, le donne non capiscono quello che sta loro succedendo. Mal di testa, gonfiore, cistite dopo i rapporti sessuali, vagina asciutta. Noi donne nell’aging abbiamo un tempo supplementare ma invecchiamo peggio rispetto agli uomini. È lecito desiderare una qualità di vita superiore. Ed è a questo che serve tanto la medicina alternativa.

Come possiamo nutrire la sessualità?

Come già accennato, esistono terapie ormonali, vedi il testosterone di origine vegetale, utilizzato sotto forma di crema o gel. Le donne lo applicano nella zona genitale. Gli uomini invece possono spalmarlo su braccia o petto. È utile per rinvigorire i tessuti, stimolare la vascolarizzazione e migliorare la sensibilità. Poi c’è la vitamina D. Spesso la associamo solo alla salute delle ossa, ma è fondamentale anche per il tono muscolare (incluso il pavimento pelvico), l’erezione e il desiderio e il benessere generale. Una sua carenza può influire negativamente sulla libido. La tradizione fitoterapica ci offre molte soluzioni naturali amiche della sessualità. Le piante adattogene come l’ashwagandha, il “ginseng indiano”, aiutano a riequilibrare questo rapporto, sostenendo anche la produzione naturale di testosterone. L’eleuterococco, il ginseng siberiano, efficace nello stimolare la libido e ridurre la stanchezza. E poi il ginseng coreano e cinese: migliorano la vitalità, stimolano l’energia e riducono il cortisolo, l’ormone dello stress che può abbassare il desiderio ed è nemico del testosterone.

La domanda che nessuna le ha mai fatto?

Spesso si dice che l’aging ci porti via qualcosa, la freschezza, la spontaneità, la rapidità del corpo. Però nessuno mi ha mai chiesto: “quali sono i doni che la vita ci fa nell’età del cambiamento?” In realtà i regali sono tre. La saggezza, che ti fa cogliere il senso delle cose con più profondità e pazienza. La decisione: con il passare degli anni, si affina la capacità di scegliere con fermezza. Si impara a dire di no. E non è una chiusura, è protezione. Gli orientali dicono che la donna entra nel pieno potere personale quando termina le mestruazioni, diventando la “donna drago”. Non è antipatia, è confine. È consapevolezza. È il fuoco che incenerisce il superfluo. Le vampate diventano il segnale che il corpo non vuole più sopportare tutto. E allora... si potano i rami secchi, si fa spazio per ciò che conta davvero. La commozione profonda: le emozioni arrivano più nude, più forti. Una scena di dolore, una madre sotto le bombe, ti tocca il cuore senza filtri. È una fragilità che commuove, ma è anche un nuovo modo di comprendere l’altro. Si diventa più empatiche, più capaci di accogliere. E questo cambia persino il modo in cui si ama.

Come affrontare la menopausa?

Ridere, condividerla, sdrammatizzarla. Non avere paura di alzare la mano, non è una malattia, è una fase della vita. Un passaggio che, se affrontato con consapevolezza e condivisione, può diventare un momento di rinascita. È il corpo che cambia, è l’umore che oscilla, è la sessualità che si trasforma. Ma tutto questo può essere fonte di nuovi doni: saggezza, autonomia emotiva, empatia profonda. Hai il diritto di stare bene, di chiedere aiuto, di valutare una terapia ormonale se ti senti in difficoltà. Non c’è niente da nascondere, anzi, è importante rivendicare il proprio benessere.

Uno dei primi ostacoli è proprio l’imbarazzo nel parlarne. Molte donne non riescono a dire quello che provano, le vampate, l’insonnia, il calo del desiderio o la difficoltà ad accettare il proprio nuovo corpo. Spesso si ha timore di raccontare certe sensazioni. E invece no: bisognerebbe farlo, e farlo tra donne. Parlarne con le amiche, che spesso stanno vivendo la stessa cosa, è come entrare tutte insieme in un nuovo capitolo, proprio come si affrontavano i brufoli dell’adolescenza, con ironia e solidarietà.

Cosa pensano i giovani

Secondo un'indagine realizzata nel 2025 da Save the Children in collaborazione con IPSOS nell’ambito della ricerca L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?, il 66% del campione tra i 14 e i 18 anni dichiara di aver avuto un’esperienza sessuale. Tra le motivazioni principali che hanno spinto gli intervistati a vivere le prime esperienze, curiosità e scoperta sono al primo posto (il 55%), seguite dal desiderio di intimità e affetto (52%) e dalla percezione che fosse il momento giusto (43%). Preoccupante il dato che riguarda il 16% (18% nei ragazzi) che lega la prima volta alla pressione sociale (“non sentirsi diversi”) e il 9% alla pressione dei partner o di altre persone (8%). Il 5% dichiara di averlo fatto lasciandosi andare sotto l’effetto di sostanze.

Per informarsi gli adolescenti ricorrono principalmente al web. Il 47% degli intervistati sceglie siti e articoli online sul tema pratiche sessuali e il 57% per approfondire l'argomento infezioni sessualmente trasmissibili. Il 22% ricorre a video pornografici, utilizzati soprattutto dai più grandi (16-18 anni).

Il 30% degli adolescenti intervistati è d’accordo con l’affermazione che la pornografia sia un passatempo anti noia, il 29% sul fatto che sia un modo veloce per apprendere molte informazioni sul sesso, mentre il 26% ritiene sia utile per comprendere meglio la sessualità. Un adolescente su 4 (24%) crede che la pornografia offra una rappresentazione realistica dell’atto sessuale, e il 22% di loro condivide contenuti intimi tramite smartphone. Infine, il 17% è d’accordo con l’affermazione “autoprodurre materiale pornografico mi aiuta a soddisfare alcune necessità economiche”.