Essere soli non significa nulla e non descrive come ci sentiamo davvero. Sentirsi soli lo descrive già un po’ di più. La solitudine infatti è una mancanza percepita di relazioni come fonte di nutrimento, connessione e significato sociale e affettivo. Il Natale può quindi essere un periodo a benessere ridotto: bisogno di lavorare anche a Natale, distanza dalla famiglia, difficoltà finanziarie, preoccupazioni personali concorrono a creare una discrepanza con la magica leggerezza che vorremmo davvero: la solitudine è la regina di questa delusione.
Sentirsi soli a Natale: perché succede
Per alcuni di noi, il Natale infatti può riattualizzare il dolore mentale quando non ci si sente parte di qualcosa di più grande, di un momento speciale, di una celebrazione che ci concretizza nella vicinanza agli affetti. Può essere il caso di chi sta elaborando un lutto, ma anche di chi vive un momento di passaggio, come una separazione, come la rottura di un rapporto importante, o una distanza forzata dai propri affetti.
Ma il problema della solitudine a Natale è un problema più esteso e che può toccare una fetta più ampia di popolazione che soffre in modo cronico di solitudine, come sembrano dirci diverse ricerche che descrivono un impoverimento delle relazioni perché poche, fragili o insoddisfacenti. La solitudine va infatti oltre gli stereotipi: a sentirsi solo non è detto che sia l’adulto anziano che vive solo. Uno studio svolto poco prima della pandemia aveva rilevato come la fascia d’età che soffriva maggiormente la solitudine era quella dei 18-24enni, mentre secondo uno studio australiano sarebbe la fascia di uomini tra i 20 ei 29 anni.
A contribuire alla solitudine è la discrepanza tra l’aspettativa che abbiamo del Natale e ciò che poi si concretizza e alle conseguenze che noi poi traiamo. È importante tenere a mente che essere soli a Natale non rappresenta qualche tipo di difettosità, e perciò il disagio non deve essere raddoppiato colpevolizzandosi ma piuttosto facendo qualche attività speciale seppur da soli.
Come affrontare la solitudine durante le Feste
È anche possibile che sentendo una distanza emotiva dagli altri, talvolta associata a vergogna, chi si sente più solo tenda a ritrarsi da queste occasioni familiari e sociali e quindi si tiri indietro anziché rendersi disponibile a partecipare. La vergogna si associa qualche volta alla solitudine anche perché le persone esitano nell’esprimere come si sentono davvero oppure sottostimano quanto preferirebbero avere più amici, più compagnia o una relazione stabile. In questo senso è importante non appiattirsi sui propri sentimenti di inadeguatezza o vergogna e se necessario chiedere aiuto, anche oltre il periodo natalizio, perché la solitudine più essere una compagna dolorosa, a intermittenza o continua.
Nel contrastare la solitudine è fondamentale ricordare che ciò che celebriamo a Natale può essere celebrato anche da soli: il significato delle festività va oltre tutto ciò che gli è stato costruito attorno, ma soprattutto ci sono altre persone che si sentono sole a Natale, forse non sono i tuoi familiari ma potrebbero essere i tuoi amici, possono essere parte della tua rete o della tua comunità o rete di vicinato. Provare a stabilire un’interazione potrebbe essere piacevole anche per loro. Una possibilità è dare aiuto agli altri: dare il proprio tempo o le proprie attenzioni a chi ne ha maggiormente bisogno. Dare una mano a chi potrebbe sentirsi solo o avere bisogno a Natale fa sentire meno solo anche chi presta aiuto. Aiutare altri a non sentirsi isolati durante le feste può essere un passo per non sentirsi soli durante le feste.
I rimedi efficaci contro la tristezza che può coglierci a Natale
Non dimentichiamo poi che come per tutte le sensazioni negative che vogliamo affrontare e contrastare alcune regole valgono sempre: condividere come ci sentiamo, mantenere una routine, non abusare di cibo fumo o alcool, fare attività fisica, stare nella natura e all’aperto, cercare aiuto sono buone regole che possiamo applicare anche durante le festività. Ricordiamo infine di ripensare alla nostra solitudine anche nel nuovo anno: sentirsi parte di qualcosa di più grande, di un gruppo con cui si condivide uno scopo, è un’esigenza sana e naturale su cui possiamo lavorare quando penseremo ai buoni propositi per il 2025.