La sorellanza è un accordo morale, sociale e affettivo tra donne, che le fortifica, se sono unite come sorelle e alleate come compagne nel loro percorso di emancipazione. Sorellanza è un termine del femminismo contemporaneo: la traduzione in italiano di sisterhood, presente nella nostra lingua da almeno mezzo secolo.
Caratteristiche della sorellanza
Fu la femminista Kaye Millett a usare sisterhood per prima, al fine di sintetizzare in una parole il suo ideale: un’unione di donne al di là di ogni differenza sociale, religiosa, etnica. La sorellanza sottintende anche una complicità di intenti. Women of the world unite è il grido attuale che dà forza al gruppo donne, per aiutarle a conseguire i loro obiettivi.
Il termine sorellanza riguarda ogni tipo di relazione tra donne anche conoscenti o sconosciute: è un rapporto empatico, che aumenta l'autostima e favorisce l’emancipazione; è l’intimo legame tra donne, che condividono le stesse esperienze, un vissuto comune.
Coscienza di gruppo e impegno sociale
L’educazione ricevuta in una società, ancora legata a una mentalità patriarcale, spinge molte donne a rivaleggiare con le altre, spesso con un antagonismo immotivato.
Un tempo le donne avevano maggiore coscienza di gruppo: erano pronte alla solidarietà e alla collaborazione reciproca.
Le più anziane trasmettevano alle giovani la loro saggezza, spesso basata su credenze popolari, ma che ugualmente riusciva a infondere loro sicurezza; davano consigli per la vita pratica e per quella intima ed emotiva, dalla cucina alla vita matrimoniale. Quell'unione le rafforzava, facendole sentire tutte uguali e comprese. Nasceva così quella sorellanza naturale, che infonde coraggio, in quanto è soprattutto comprensione e condivisione.
Questa coscienza di gruppo femminile, nel tempo si è andata un po’ perdendo. Sta nascendo, però, una nuova consapevolezza di come sia fondamentale per tutta la società il suo recupero, che pone come obiettivo primario un cambiamento sociale.
Le donne devono essere consapevoli di cosa vogliono ottenere in questo mondo ancora per molti versi patriarcale. Il passo successivo all’empatia e al sostegno emotivo è l’impegno sociale attivo. Una sola treccia di capelli che le unisce è il simbolo della loro alleanza e vicinanza, simile ad una consanguineità.
Che fare quando un'amicizia finisce?
L’amicizia tra donne combatte lo stress, l’ansia e il dolore. Una vera amica sa condividere momenti felici e momenti brutti; non giudica, ascolta e conforta.
Attualmente sono molti i contatti virtuali tra le persone e pochi quelli reali, nei quali si ha più difficoltà a esternare emozioni, sentimenti e paure.
L’empatia in psicologia è la capacità di entrare nella realtà degli altri, con sensibilità, ascoltando anche con gli occhi e con l'animo, per comprenderne il modo di vedere le cose e i loro stati d’animo, instaurando una comunicazione assertiva e rispettosa. Le donne sono portate all’introspezione, al monologo interiore, ma sentono anche facilmente di cosa hanno bisogno gli altri, soprattutto in una relazione di sorellanza.
Per le donne l’amicizia con altre donne è una vera sorgente di ossitocina, che contrasta il cortisolo e l'adrenalina e riduce la paura, l'ansia e l'insicurezza. Infatti, avvertono sempre un forte bisogno di legami empatici, essenziali come sostegno e creatori di energie positive, soprattutto se si sentono ansiose o impaurite. Le amiche vere sono come sorelle, che ogni donna si sceglie da sola. L'importante, in realtà, è essere ascoltate e comprese, senza essere giudicate, più che essere aiutate praticamente a risolvere i propri problemi.
Ecco perché la fine di un’amicizia è sempre uno scoglio difficile da superare, soprattutto se non se ne comprende la causa e se non c'è stato nessun evento palese a provocarla: è una perdita da elaborare. Si può cercare di chiarire il fatto, di recuperare il rapporto, ma non sempre ci si riesce. In queste situazioni è importante non crearsi sensi di colpa non motivati, né nascondere la sofferenza. Il dispiacere va manifestato e metabolizzato, per non arrecare danni anche alla propria autoefficacia e all'io interiore.
Bisogna reagire, ma non cercando immediatamente un sostituto alla figura venuta a mancare nella propria vita. Quel che conta maggiormente è non chiudersi, ma rendersi disponibile a nuove conoscenze e a nuove esperienze, come è giusto che avvenga anche dopo una delusione amorosa.
Non è giusto cancellare rabbiosamente tutti i ricordi di quella persona, soprattutto se sono significativi e belli, ma nemmeno restare inerti a tormentarsi invano. Nella vita non bisogna fermarsi mai, ma proseguire sempre, attingendo forza e insegnamento anche dalle esperienze negative, conservando nella mente soltanto i momenti migliori del passato e pensando con ottimismo a quelli che verranno in un prossimo futuro.