Una dichiarazione d'amore, un ricordo, una promessa, una dedica, un dono inaspettato. Hanno oltre un secolo di storia, ma i Baci Perugina continuano ad essere una dolce sorpresa per chiunque li riceva (e un'intramontabile idea regalo per San Valentino). Complice la carta argentata trapunta di stelline blu che ne custodisce il cartiglio con tanto di citazione poetica, questi cioccolatini sono l'emblema del romanticismo e la loro nascita si lega alla figura di una donna eccezionale per talento creativo, capacità imprenditoriale e visione: Luisa Spagnoli. È a lei che si lega l'origine di queste sfere irregolari di cioccolato e granella di nocciola, destinate a fare la fortuna dell'azienda dolciaria di famiglia.
Tutto ha inizio con il matrimonio di Luisa Sargentini con Annibale Spagnoli a soli 20 anni. I due rilevano un negozio di confetti e, subito dopo, cominciano a produrre anche altri dolciumi e caramelle. Nonostante la giovane età, la ragazza, figlia di un pescivendolo e di una casalinga, dimostra subito grande spirito di iniziativa. Nel 1907 fonda insieme a Francesco Buitoni e Leone Ascoli una piccola azienda con appena quindici dipendenti nel cuore di Perugia, la Perugina. Dopo avere lanciato il cioccolato Luisa, una qualità particolare di fondente, si accorge che il cioccolato e la granella di nocciole non usate in azienda, a fine giornata, vengono buttati. Così nel 1922 ha l'intuizione di inventare un cioccolatino con il cuore di gianduia e la granella, dalla forma simile alla nocca di una mano. Inizialmente lo chiama "Cazzotto", ma il figlio di Francesco Buitoni, Giovanni, intuisce che il nome è poco adatto a essere commercializzato e così decide di chiamarlo Bacio e di dargli una veste nuova. La carta d'argento, la scritta blu, il cartiglio e la silhouette dei due amanti ispirata a Il bacio di Hayez sono opera dell'artista futurista Federico Seneca.
Il prodotto si rivela subito un successo. Una pubblicità del 1927 recita: "In soli cinque anni la Perugina ha distribuito cento milioni di Baci e continua tutt'oggi con foga giovanile". La fortuna è tale che, nonostante lo scoppio della Seconda guerra mondiale la Perugina sbarca Oltreoceano e apre il suo primo negozio a New York, nella Fifth Avenue. L'anno dopo l'incarto del cioccolatino cambia ancora, arricchendosi delle sue inconfondibili stelline blu. Nel frattempo l'infaticabile Luisa Spagnoli, che si era separata dal marito Annibale, da cui erano nati i suoi tre figli, si lega sentimentalmente a Giovanni Buitoni, anche se i due non andranno mai a vivere insieme. Visionaria e sempre attenta alle esigenze delle sue dipendenti, aveva fondato nel primo dopoguerra un asilo nido nello stabilimento di Fontivegge e creato spacci all'interno dell'azienda per consentire alle donne di fare la spesa dopo il lavoro. Si era inoltre dedicata ad un nuovo progetto: l'allevamento dei conigli d'angora, accuditi e pettinati per creare scialli e boleri di lana d'angora, capi destinati a rivoluzionare il settore dell'abbigliamento con produzioni raffinate, indossate dalle signore del bel mondo, da Sofia Loren ad Anna Magnani fino ad Esther Williams. Luisa non riuscirà a vedere il decollo dell'azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola, che la porterà alla morte, avvenuta nel 1935 all'età di quasi 58 anni.
Due anni dopo la sua scomparsa, con il figlio Mario l'azienda di famiglia passa da attività artigianale a industriale. Nel 1952 la Ditta Luisa Spagnoli partecipa come moda boutique insieme ad altre prestigiose firme di alta moda dell'epoca, quali Roberto Capucci, Jole Veneziani, Emilio Pucci, Mirsa e "La Tessitrice dell’Isola" di Clarette Gallotti, alla sfilata che nella celebre Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. Una giovanissima Oriana Fallaci inviata dal settimanale Epoca ne racconterà la cronaca. Il resto è storia perché tuttora le boutique di Luisa Spagnoli punteggiano i più importanti centri storici d'Italia, brillando di luce propria come la carta d'argento stellata dei Baci Perugina.