Tra i piccoli piaceri estivi c'è sicuramente quello del gelato; mentre quelli artigianali restano imbattuti (per sapore, consistenza e originalità), quelli confezionati conservano il fascino di estati trascorse al mare e lunghe pause ai bar di paese, magari in qualche località sperduta in giro per l'Italia. A prescindere da quale opzione si scelga, per noi italiani resta una certezza, con l'aumentare delle temperature e l'arrivo delle belle giornate il gelato torna ad essere una priorità. Secondo i dati dell’Osservatorio Shopping DoveConviene, nel 2024 le ricerche di gelati da parte dei consumatori sono aumentate del +82% rispetto all’anno precedente; una tendenza giustificata anche dal costante incremento dei prezzi, che solo negli ultimi due anni ha registrato una crescita complessiva del +29,5%, a partire dal 2022.

Se da un lato ci sono i gusti personali che ci aiutano a orientarci nelle scelte, cosa decidiamo di mettere nel carrello sembra dipendere in buona parte anche dalle offerte, dal rincaro dei prezzi e dalla shrinkflation.

Cosa è la shrinkflation (o sgrammatura)

Perché i gelati ci sembrano sempre più piccoli? La colpa è della shrinkflation, o sgrammatura, un fenomeno sempre più diffuso che consiste nella riduzione della quantità o delle dimensioni dei prodotti senza abbassare il prezzo. Questa pratica consente alle aziende di fronteggiare l'aumento dei costi di produzione senza esplicitamente aumentare i prezzi, sfruttando il fatto che i consumatori tendono a essere meno sensibili alle modifiche nelle dimensioni rispetto ai cambiamenti di prezzo. Negli ultimi anni, ad esempio, molti marchi famosi hanno ridotto le dimensioni delle confezioni di cereali, carta igienica e sapone, mantenendo invariati i prezzi​.

Mentre in alcuni paesi come la Francia, i supermercati sono tenuti a segnalare la pratica con un cartellino, oppure esistono siti online che aiutano i consumatori a monitorare queste variazioni (è il caso del sito statunitense mouseprint.org), in Italia non sono ancora state adottate misure concrete contro la pratica della sgrammatura, che quest'anno ha colpito in modo particolare anche i gelati.

Ghiaccioli, cornetti o vaschette: i preferiti

Ecco come l'aumento dei prezzi ha impattato il consumo degli italiani; per quest’estate, i ghiaccioli sono la tipologia di gelato più amata nel nostro paese. Disponibili in una grande varietà di gusti, gli amati stecchi guadagnano la vittoria da Nord a Sud in ben 7 regioni italiane: Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana e Trentino Alto-Adige. Il cornetto Algida, un altro classico dell’estate italiana, difende la propria supremazia in Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Veneto, Sardegna e Sicilia. Anche la vaschetta Carte D’Or trova spazio sulla mappa, affermandosi come il formato preferito in Basilicata, Liguria e Umbria. Corrono invece controcorrente la Calabria e la Valle D’Aosta, dove Magnum e Coppa del Nonno si confermano rispettivamente i gelati preferiti.

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