C'è chi si definisce food blogger e chi food influencer. C'è chi preferisce l'appellativo di creator e chi non rinuncia a quello di cuoco. Qualsiasi siano i titoli scelti, gli chef sono diventati le nuove celebrità dell'ultimo decennio. Al pari degli artisti, hanno il loro seguito sui social e in tv. Vengono riconosciuti per strada e fermati per selfie e autografi. E, sempre pronti a scatenarsi ai fornelli, condividono con piacere un pezzetto del proprio sapere con un pubblico sempre più curioso. Sono questi forse i nuovi confini della comunicazione, che si estendono al settore culinario, mettendo in luce come anche la cucina sia uno strumento di espressione preziosissimo.
"Sicuramente portare la cucina in televisione ha avvicinato tanto anche il mondo degli chef stellati alle persone comuni. Al giorno d'oggi le persone sono molto più preparate, sanno scegliere gli ingredienti, sanno capire quali sono quelli validi e quali invece non lo sono, e questo ha contribuito ad avvicinare il pubblico a questo mondo". A raccontarci il suo punto di vista sulla cucina e sull'evoluzione della figura dello chef è Damiano Carrara, pasticciere di fama internazionale, che ha iniziato a farsi conoscere prima in California che in Italia. E che il 25 maggio sarà il grande ospite dell'ultima giornata del Merlata Food Parade al Merlata Bloom Milano, il food festival gratuito e aperto al pubblico dedicato al mondo del cibo in tutte le sue declinazioni tra sfide tra aspiranti chef, talk e laboratori "mani in pasta" per i piccoli cuochi di casa. Qui Damiano avrà occasione di confrontarsi con il suo pubblico e incontrarlo di persona. "Per me è sempre molto stimolante. Sicuramente parleremo del mio percorso e della mia carriera, ma anche del mondo della pasticceria e del gluten free", racconta il pastry chef, partito per gli Usa nel 2008, a 23 anni, con un sogno in tasca e tanta voglia di farcela.
L'interesse per la cucina l'ha sempre accompagnato, ma è solo dopo una breve esperienza da metalmeccanico che capisce che la sua passione è fatta della stessa sostanza di cui è fatta la deliziosa zuppa inglese a base di crema pasticciera e alchermes, che la nonna Rosita gli preparava quando era bambino. Decide così di partire in cerca di fortuna, prima per l'Irlanda e poi per gli Usa. Dopo aver lavorato per alcuni anni come barista, insieme al fratello Massimiliano apre la pasticceria Carrara Pastries a Moorpark, a Los Angeles. "Lui era già pasticcere e io l'ho seguito per questa nuova avventura ed è stato un continuo lavoro di amore, passione e perfezionamento".
La sua formazione è da autodidatta: "All'inizio è stato molto difficile, io e mio fratello a volte non riuscivamo neanche a dormire la notte per lavorare e preparare tutti i dolci di pasticceria e star dietro a questa nuova avventura. La mancanza della famiglia è stata sicuramente una grande sofferenza, ma anche un grande sprono a fare sempre meglio anche per loro, non solo per noi". Le cronache di quegli anni raccontano di leggendarie "little balls of heaven", le piccole palle del paradiso che poi non erano altro che frittelline farcite di crema pasticceria — ricorre il magico ingrediente —, che i due fratelli Carrara hanno l'intuizione di sfornare il giorno di San Giuseppe. Pare che le persone arrivarono da ogni angolo di Los Angeles per assaggiarle. Nel 2015 partecipa come concorrente alla prima stagione del talent show Spring Baking Championship, trasmessa sul canale statunitense Food Network, classificandosi secondo. Inizia così la sua carriera televisiva prima come concorrente e poi nel ruolo di giudice. Il suo inconfondibile accento toscano aggiunge un tocco in più al suo innegabile fascino e i format che lo vedono protagonista funzionano. "Fare il concorrente ti porta a metterti alla prova e soprattutto all'inizio della tua carriera ti sprona a fare sempre meglio; il ruolo di giudice è molto bello perché ti dà la possibilità di trasferire quello che tu hai imparato a giovani talenti che hanno voglia di intraprendere questa strada meravigliosa, che è la pasticceria". Nel 2017 viene contattato dalla casa di produzione televisiva Magnolia che gli propone di diventare giudice di Bake Off Italia - Dolci in forno. Arriva qui la consacrazione: "I cooking show piacciono tanto perché sono casa, sono famiglia. Tutti noi a casa cuciniamo, ci piace magari se abbiamo ospiti a cena sperimentare dei piatti o dei dolci particolari; quindi il fatto di vederlo in tv e provare a rifarlo a casa è aggregazione: come un po' vedere, spiare nella cucina di qualcuno che sa cucinare e provare a rifarlo a casa".
E forse è proprio questo il segreto dietro al suo successo: essere riuscito a portare il pubblico attorno a un tavolo, ricreando quel sentimento familiare, quella voglia di casa che forse tanto gli è mancata quando si trovava negli Stati Uniti. "Lì i dolci sono molto diversi, anche se oggi la contaminazione fra culture diverse è sempre più all'ordine del giorno, sia per quanto riguarda gli stili che per quanto riguarda gli ingredienti. Noi quando eravamo in America facevamo dolci italiani come le zeppoline o il tiramisù. Sicuramente è una pasticceria molto diversa. L'Italia è molto legata alle tradizioni e ai sapori anche di una materia prima di qualità, penso alla frutta. Tutte quelle che sono, insomma, le materie prime italiane. Sono due pasticcerie diverse. Noi, comunque, le abbiamo amate e studiate entrambe". E come i grandi amori che non finiscono, ma fanno giri immensi e poi ritornano, dopo avere trascorso anni lontano da casa, appena è potuto tornare in Italia lo ha fatto, aprendo la sua pasticceria Atelier Damiano Carrara a Lucca. "Proprio a Lucca dove tutto è partito, dove la mia famiglia vive e dove io ho ricreato la mia famiglia con Chiara e con l'arrivo della piccola Dafne". Un cerchio che si chiude e che ripaga di tutta la strada percorsa.