Sostenere che il matcha abbia rimpiazzato il caffè è di certo avventato, ma rimane un dato di fatto che si sia affermato in ogni angolo del globo. I dati odierni indicano una scarsità di questa bevanda a livello globale, confermandone così il grande successo e, allo stesso tempo, aumentando il timore di un possibile esaurimento delle scorte.

In seguito alla pandemia, trainati da una tendenza social inarrestabile – vi dice niente l'hashtag matcha tok? – , le bevande e i dolci a base di matcha sono diventati i prodotti immancabili di numerosi bar e catene occidentali che, in alcuni casi, sono interamente dedicati alla bevanda verde. Il colore brillante e le presunte proprietà benefiche hanno fatto il resto, portando a una vera e propria evoluzione nella storia del matcha: nato per essere assaporato e celebrato nella tradizione giapponese e diventato una bevanda da passeggio da sorseggiare nei bicchieri di plastica.



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Cos'è il matcha e come viene prodotto?

Il matcha viene inserito nella categoria dei superfood per le sue numerose proprietà benefiche. Si tratta di una bevanda tipica della tradizione giapponese le cui origini, però, sono legate al territorio cinese. La sua distintiva polvere verde viene ricavata dal tencha, foglie di tè verde che necessitano di settimane di ombra per crescere. In seguito, le sole foglie mature possono essere raccolte, essiccate e macinate utilizzando degli appositi mulini a pietra. Insomma, un processo che com'è facilmente deducibile richiede passaggi specifici che devono essere rispettati accuratamente e che, soprattutto, non possono essere velocizzati.

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Perché il matcha scarseggia?

Per seguire i ritmi dettati dalla viralità del trend del matcha, la produzione di questa polvere verde benefica è aumentata notevolmente tanto da parlare di vere e proprie tonnellate che, nel 2024, sono state 5336 per l'esattezza. Tuttavia, come ha affermato l'Associazione Giapponese di Produttori del Tè, il 2025 ha portato con sé un raccolto inferiore. La causa principale è attribuibile alle alte temperature che si sono verificate in tutto il Giappone, così come a Kyoto, le cui colture di matcha costituiscono un quarto dell'intera produzione nipponica.

Inoltre, ad aumentare la criticità di questa situazione si aggiungono: la diminuzione del numero di giovani in Giappone e la correlata chiusura delle aziende agricole produttrici di matcha. Come riporta Il Post, "4 attività su 5 hanno chiuso tra il 2000 e il 2020, prima che la domanda cominciasse ad aumentare". Per fronteggiare questa situazione, il Ministero dell'Agricoltura giapponese ha introdotto delle agevolazioni per coloro che decidono di convertire le proprie produzioni in colture di matcha. Tuttavia, le foglie di tè verde (tencha) richiedono intorno ai cinque anni prima di essere abbastanza mature da poter essere raccolte e utilizzate per la realizzazione della polvere del matcha.

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Le conseguenze di questa carenza

Come insegna la più basica delle regole economiche: quando un prodotto scarseggia i prezzi aumentano. Per questo motivo, nei prossimi mesi, non dovrà sorprendere la crescita dei prezzi a cui si assisterà nel momento in cui si deciderà di acquistare un tè matcha, con latte di mandorla o avena che sia. Questa situazione di carenza ha portato alcuni grossisti, come l'azienda di Singapore Tealife, a limitare la vendita di matcha così da potere gestire le scorte ancora disponibili. Oggi, infatti, sono numerose le aziende che esortano i bevitori di matcha a non esagerare con le dosi e con i tentativi di nuove ricette, cercando di assaporare il matcha nella sua forma più pura.