La medicina estetica è sempre più volta al miglioramento in maniera naturale dell'aspetto del viso, puntando su trattamenti efficaci ma senza lasciare traccia. Oltre a filler e tossina botulinica, il cui effetto è sicuramente più visibile e correttivo, sono tantissimi quelli pensati per chi vuole semplicemente conservare l'elasticità e la freschezza dell'epidermide senza però alterare i propri lineamenti, semplicemente rallentando il processo di invecchiamento cutaneo. Tra questi uno dei più diffusi è la biorivitalizzazione, che consiste in delle punture a base solitamente di acido ialuronico, ma anche amminoacidi, vitamine e ingredienti antiossidanti, che si eseguono sullo strato più superficiale della pelle e hanno l'obiettivo di stimolare la produzione di collagene ed elastina.
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Si tratta di un procedimento molto veloce, dal dolore minimo e che non lascia segni se non qualche piccolo livido che scompare nel giro di pochi giorni, ma il cui effetto è a lunga durata, soprattutto se ci si sottopone alle prime tre sedute in maniera ravvicinata e poi proseguire con il mantenimento. Amatissima per i suoi tanti effetti positivi, oggi ne esistono diverse versioni, che sfruttano attivi sempre più performanti, come i polinucleotidi. Si tratta di catene di acido nucleico, la base del DNA e dell'RNA, in grado di penetrare più a fondo e di essere più efficaci e rendere più efficace la biorivitalizzazione.
A renderli molto popolari è stata Kim Kardashian, che in una puntata del celeberrimo reality show dedicato alla sua famiglia ha spiegato di essersi sottoposta a un trattamento a base di sperma di salmone. In realtà bisogna fare un po' di chiarezza: quelli che sono stati veicolati nella pelle di Kim e di altre celeb attraverso la tecnica del microneedling sono gli omologhi dei polinucleotidi umani ma di origine animale o vegetale, chiamati esosomi: in Europa quelli di origine animale non possono essere impiegati nella medicina estetica.
Che cosa sono i polinucleotidi e come si utilizzano
I polinucleotidi essendo compatibili con la nostra pelle, sono davvero efficaci nel rallentare il processo di invecchiamento e migliorare sensibilmente il volto. Per capire davvero come agiscono abbiamo chiesto al dottor Umberto Tozzi, specialista in chirurgia maxillo-facciale e anestesia, come si utilizzano e quali sono gli effetti che possiamo ottenere. "I polinucleotidi fanno parte della biorivitalizzazione di ultima generazione, superando gli skin booster di acido ialuronico, perché vanno oltre ad una semplice idratazione". Sono dunque indicati per chi vuole qualcosa di più che una maggiore idratazione, ma un intervento più profondo, "infatti, vanno a stimolare i fibroblasti velocizzando la produzione collagene, sia di tipo I che di tipo III". Va da sé che l'effetto è globale sull'aspetto ma anche la struttura della pelle, che sarà più elastica ma non solo, anche la texture risulterà migliorata.
Ma i polinucleotidi non si limitano a tutto questo, come ha aggiunto il dottor Tozzi: "favoriscono anche la rigenerazione di tessuti danneggiati, atrofici e senescenti", per questo sono indicati a qualsiasi età e anche in presenza di cicatrici o macchie. La loro applicazione è intradermica "e possono essere tranquillamente miscelati anche con l'acido ialuronico. È consigliato un trattamento ogni 2-4 settimane per un totale di tre sedute e successivamente una seduta ogni 2-4 mesi come mantenimento".
Le informazioni contenute in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo e non intendono sostituire il parere o il trattamento di un professionista qualificato. Per qualsiasi dubbio o si consiglia sempre di consultare uno specialista.